Cos’è l’esplorazione rettale
L’esplorazione rettale solitamente fa parte della visita urologica del maschio, perché mira a valutare direttamente il volume e la consistenza della prostata, nonché l’eventuale presenza di noduli prostatici sospetti. La prostata ha infatti il “vantaggio” di essere a contatto con il retto, può essere quindi palpata agevolmente inserendo un dito attraverso il canale anale.
Nel soggetto sano, la prostata ha le dimensioni di una castagna e ha una consistenza soffice, liscia e omogenea. Nell’ipertrofia prostatica benigna (IPB) la ghiandola si presenta ingrossata e di consistenza gommosa. Una consistenza duro-lignea della prostata – in alcune sue parti o nella sua totalità – è invece un chiaro segno di patologia importante.
A completamento della visita, solitamente l’urologo esegue anche una palpazione dell’addome per verificare lo stato della vescica. In particolare, con questa valutazione si vuole verificare l’assenza del cosiddetto “globo vescicale”, che può indicare una ritenzione cronica di urina.
Come si esegue l’esplorazione rettale
L’esplorazione rettale è un esame assolutamente indolore. L’aspetto “fastidioso” è soprattutto di tipo psicologico. II medico, dopo aver indossato un guanto che provvederà a lubrificare, introduce con delicatezza un dito attraverso l’ano, nel retto del paziente, al fine di palpare l’area prostatica e valutare dimensioni, forma, consistenza e dolorabilità della prostata. L’esame dura pochi minuti.